Dal francese antico "desport" che significava "svago", e che attraversando la Manica, la è diventa "Sport": la nozione d'attività fisica sostituisce così quella di svago.
La pratica di uno sport è benefica per la salute: cura il sistema cardiovascolare, sviluppa i muscoli, contrasta l'obesità e lo stress, ecc…
Benché la grande maggioranza degli sportivi sia dilettante, l'imponente arrivo del denaro nello sport attira sempre più i giovani, che trascurano gli studi, in quando, in esso vedono un mezzo piacevole e facile per guadagnare molto denaro, per alzare il proprio livello sociale e per acquisire una certa notorietà.
I candidati alla gloria sono tanti, gli eletti sono pochi. Quanti sacrifici, ore di duro lavoro, sono necessari per varcare la soglia da dilettante a quello di professionista?
Il primo contratto "da professionista" firmato è solo l'inizio degli sforzi per "a farsi un nome".
Nel 1890, ad Atene, l'eroe nazionale, il greco Spiridon LOUIS, in occasione delle prime Olimpiadi dell'era moderna, corse la maratona in 2h58'50. Nel 2014, a Berlino, il Keniota Eliud KIPCHOGE firmava il record del mondo in 2h01'39, cioé quasi 1 ora di meno in secolo.
Il record del salto con la pertica? Sempre ad Atene in 1896, l'americano William W. Hoyt vince con un salto di 3m30. A Belgrado, nel 2022, lo svedese Armand DUPLANTIS superava 6m20: quasi il doppio!
Nel ciclismo, quando a Parigi, nel 1893, il francese Henri Desgranges stabiliva il primo record dell'ora con la media di 35,325okm/h, mai si sarebbe pensato che nel 2005, il britannico Chris Boardman, lo avrebbe portato a 56,375 km/h.
Lo sport era riservato ad un’élite di soli uomini, le donne limitate ai compiti domestici e familiari, si sono accostate allo sport molto più tardi.
Benché l’arco di raffronto sia meno lungo nel tempo, si è verificata la stessa evoluzione delle prestazioni.
Esempio, la ciclista francese Jeannie Longo, in Messico, nel 1996 ottiene il record mondiale sull’ora a 48,159 km/h di media, polverizzando quello ottenuto nel 1955 dalla russa Tamara Novikova (38,473 km/h) ad Irkoutsk.
Gli esempi li abbiamo in tutti gli sport, maschili o femminili, individuali o collettivi, ed in tutti le discipline.
Tuttavia, rimaniamo esterefatti quando confrontiamo l'evoluzione delle prestazioni nel corso di poco più di un secolo.
Per restare in cima alla lista, beneficiando dei vantaggi che ne derivano (salari mirabolanti, contratti pubblicitari, sponsorizzazioni, sovvenzioni statali …), alcuni non esitano ad utilizzare metodi riprovevoli: nasce cosi il fenomeno del doping.
Il primo caso rivelato di doping risale al 1865 su dei nuotatori ad Amsterdam.
Un secolo più tardi, il 13 luglio 1967, nella salita del Monte Ventoux, il ciclista britannico Tom Simpson crolla svenuto. Sarà il primo morto ufficiale del doping.
Le conseguenze di tali pratiche sugli organismi non sono senza conseguenze.
Secondo la O.M.S., nel 2003, la vita media di un francese è di 75,9 anni, e quella di un americano di 74,6 anni.
Il dot. Jean-Pierre de Mondenard, dopo aver studiato le cartelle mediche dei partecipanti al Giro di Francia dal 1947, ha concluso che il rischio fra i ciclisti esaminati, il rischio di decessi cardiaci prima dei 45 anni, è cinque volte superiore alla media normale!
Si potrebbe dunque pensare che il doping riguardi soltanto un'elite composta da professionisti, ma purtroppo il mondo dilettante è anche toccato.
Professionista o dilettante, ciascuno ormai ha il suo emblema olimpico "Citius, Altius, Fortius" (più veloce, più il alto, più forte) attribuita a torto al Barone di Coubertin ; il vero autore è il Padre Didon, Priore del Collegio di Arcueil.
L'organismo sollecitato, in modo permanente al limite della rottura, ha bisogno di essere mantenuto, alimentato di sostanze nutrienti benefiche con prodotti ricostituenti, per essere pronto il giorno della competizione.
Questa preparazione si esegue su tre livelli:
- riscaldamento ed addestramento,
- la competizione,
- fase posteriore: decompressione e recupero.
Per questo, i ricercatori di NATUREBIO hanno elaborato una gamma di prodotti naturali che riguardano le tre fasi: addestramento, cmpetizione, recupero.
Conforme alle regole anti-doping in vigore, I prodotti NATUREBIO sono destinati ad aiutare lo sportivo, dilettante o professionista, a migliorare le prestazioni.
Dal francese antico "desport" che significava "svago", e che attraversando la Manica, la è diventa "Sport": la nozione d'attività fisica sostituisce così quella di svago.
La pratica di uno sport è benefica per la salute: cura il sistema cardiovascolare, sviluppa i muscoli, contrasta l'obesità e...